Una mia poesia che forse si addice al significato del Natale come desiderio di rinascita e di confronto con gli altri:
Amo il sentire semplice e profondo,
non gli arabeschi della pazza mente.
Benché ferito ancora mi consolo
sperando di rinascere domani.
Da quanto tempo il volto ti nascondo,
amore? non restare in me latente,
dolore dell’infanzia, prendi il volo!
e tu, coraggio, toccami e rimani!
Solo scrivendo, il mio intelletto crudo
diventa amico del tenero cuore
che possiedo: parola d’uomo scisso,
allergico alle scelte, crocifisso
dai conflitti. Che notte di terrore!
convalescente, l’alba cerca scudo.
Andrea Mariotti, poesia del 1998, poi inclusa in Spento di sirena l’urlo, 2007, Ibiskos Editrice Risolo.