Dirò innanzitutto del mio timore, accingendomi alla lettura del “giallo” di Annalisa Venditti, di dover fare i conti ancora una volta con quello che sintatticamente considero uno spauracchio autentico dei nostri tempi: la P.I. (paratassi ipertrofica). Comoda via d’uscita per scrittorucoli incapaci di oltrepassare i limiti angusti di una paginetta (senza profondità prospettica dei personaggi e dunque arrecando non poco disagio al lettore pur volenteroso). Ebbene, di contro, con “Il giorno dell’Assoluzione”, eccomi ben presto e felicemente immerso in un intreccio accorto, governato a dovere da chi conosce i segreti delle digressioni quasi miracolosamente incastonate in pagine brevi e correlate, d’innegabile gusto “tranchant”. Il fatto è che l’autrice del libro in oggetto, Annalisa Venditti, possiede l’arte della CONCISIONE, sì da condensare complesse istanze del vissuto (nei termini di un notevole scavo psicologico delle sue creature narrative, incluse quelle apparentemente di contorno). Il risultato? Un “giallo” che regge, lucido e motivato, in grado di trasmettere il piacere del testo. Non sta a me scoprire qui il talento della Venditti, giornalista professionista, scrittrice e autore televisivo, impegnata nel programma “Chi l’ha visto?” per tacer d’altro. Nuove indagini del Capitano Borgia attendono in conclusione il lettore come preannuncia Annalisa nel suo libro, alla quale occorre dire di cuore: veramente brava!

 

Andrea Mariotti

 

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