Nel presentare il sonetto che fulmineamente l’amico poeta Claudio Porena mi ha dedicato in occasione del mio compleanno (che ricorre effettivamente il 16 di marzo), dopo esserci salutati ieri notte, lasciatemi soprattutto tèssere un elogio dell’arte di camminare a passo svelto (arte raccomandata per vivere meglio e più a lungo). Ieri sera, infatti, preso congedo dagli amici nella piazza principale di Ariccia (Roma) Claudio ed io, a passo di marcia, abbiamo ben presto raggiunto la stazione ferroviaria di Albano, dov’era parcheggiata la mia macchina. Ebbene, che aiuto mi ha propiziato a conti fatti la vigorosa e peripatetica camminata condivisa con Claudio! Infatti, presso un posto di blocco della polizia municipale nel centro di Albano, ecco che, soffiando dentro l’etilometro, ho avuto disco verde da parte di un agente (che pareva la sardonica reincarnazione di Alberto Sordi nel celebre ruolo cinematografico del VIGILE di Luigi Zampa); e dico questo perché, a tavola, con gli amici, c’era scappato un bicchiere di vino rosso e relativo amaro (quindi, col rischio concreto di un superamento dei limiti previsti riguardo al tasso alcolemico, da parte mia; verosimilmente smaltito grazie alla camminata marziale cui sopra ho accennato). Circa la fotografia qui riportata, essa propone un piccolo busto leopardiano alla cui vigile presenza ho riletto ieri, nel primo pomeriggio a casa mia, per l’ennesima volta la GINESTRA, a fronte del catastrofico sisma giapponese. Coi versi iniziali della GINESTRA (estremo canto leopardiano che prende le mosse dalla distruzione di Pompei nel 79 D.C. a seguito della disastrosa eruzione vesuviana) mi sono in effetti congedato ieri notte da Claudio, fine poeta e glottologo, che ringrazio per il dono ricevuto (lieto di ospitarlo coi suoi scritti per la seconda volta sul blog):
DCCXCVII.
Contenti dei deserti
(ad Andrea Mariotti)
Nel giorno in cui il mio caro Andrea Mariotti
festeggia il compleanno, io me lo abbraccio
così teneramente al seno ghiaccio
da sciogliere il mio cuore affinché sbotti.
Siamo adusi al fior fiore, siamo ghiotti
della vera poesia. Lui parla, io taccio.
Lui scava nei miei occhi, ed io, pagliaccio,
sorrido lì per lì, poi… piango a fiotti.
Se gli occhi suoi lui sgrana, i miei li aggriccio;
ma, unisoni, stupiamo come matti
davanti ad uno sbaglio o ad un capriccio
di quella rea Natura che ci ha fatti
di frale carne, odor di sudaticcio,
biondi demonî, chèrubi scarlatti.
Claudio Porena, Ostia Lido,
Domenica 13/03/2011 a.m.
h. 04:22-04:40
Bella questa comunione di anime, amici miei… E perdonami, caro Andrea, se parlo al plurale, ma il veder tessere le famose ‘trame d’armonia’ mi scalda il cuore.
Sabato siamo rimasti tutti colpiti dall’esigenza tua e di Claudio di affrontare la camminata da Ariccia ad Albano. Si coglieva nelle vostre espressioni l’esigenza di sfogare l’energia repressa, di liberare nel percorso reale e interiore le ansie di libertà.
Periodi come quelli che attraversiamo rendono senz’altro più forte negli uomini la tendenza alla condivisione.
Claudio, con la velocità che lo caratterizza e che lascia interdetti ha creato un altro gioiello da incastonare nel tuo blog.
Trovo affinità elettive forti tra voi due nello scrivere, nonostante gli stili, le esperienze artistiche e le impostazioni diverse. Forse quel saper cogliere con umorismo le sfumature più profonde dell’esistenza. Senza scadere mai nel mieloso, nell’affettivo privo di sostanza…
Complimenti al nostro giovane imprevedibile glottologo e un abbraccio a entrambi!
L’amico Claudio, nel salutarmi, sabato sera, deve aver percepito profondamente la dirompente forza di verità che una poesia come la leopardiana Ginestra sprigiona da subito all’ascolto (“Qui su l’arida schiena/ del formidabil monte/ sterminator Vesevo…”); ed ha reagito da par suo, cioè poeticamente; a me rivolgendosi nel suo sonetto con quella fulminea abilità che tutti gli riconosciamo. Un abbraccio, cara amica, col pensiero focalizzato sulla catastrofe giapponese che si sta mostrando ai nostri occhi in tutto il suo orrore.
Caro Andea,
ho letto lo scritto che il nostro glottologo Claudio ti ha dedicato, ineguagliabile come al solito.
Ed ho potuto verificare con piacere cosa implichi la vera amicizia, la vera unione di intenti e di pensieri, che voi avete manifestato sia camminando insieme, sia desiderando la “vera poesia”.
Grazie anche per aver richiamato alla memoria, in questa situazione, ed in relazione a quanto sta accadendo in Giappone, la Ginestra di Leopardi, uno scritto da amare e leggere sempre con grande partecipazione.
Con un forte abbraccio Angiolina
Dici bene, cara Angiolina, sul camminare insieme…ed altrettanto a proposito della Ginestra leopardiana: una sinfonia poetica col potere di mettere il lettore puntualmente davanti ad uno specchio (il nostro stato “frale” da riconoscere “con franca lingua”, di fronte agli effetti sovente catastrofici della natura). Un saluto affettuoso.