La presente foto (mia), ci mostra il poeta e pittore Silvio Parrello (di cui mi sono occupato più volte nel blog) in uno dei luoghi più suggestivi della memoria pasoliniana: nel punto preciso -nei pressi di Chia (Viterbo)- dove fu girata, nel 1964, la scena del Battesimo di Cristo compresa nel Vangelo secondo Matteo; film che procurò a Pasolini grande notorietà e consenso, per la sua indubbia bellezza. E di Pasolini torno a parlare ora, per segnalare ai visitatori di questo sito un libro recentissimo di Fulvio Abbate, Pier Paolo Pasolini raccontato ai ragazzi, Dalai editore. Dopo la delusione in me suscitata dalla lettura di Pasolini in salsa piccante, di Marco Belpoliti (2010), ecco che avevo proprio bisogno non di “digerire” il poeta tragicamente scomparso (come propone di fare Belpoliti nel citato libro); quanto piuttosto di sentirlo più reattivo che mai, Pier Paolo, nello squallido presente del nostro Paese: bisogno pienamente soddisfatto dal libro di Abbate, molto ben scritto e con un grande pregio. Quello, cioè, di “trattenere” Pasolini quasi nella penombra di una vasta e convincente ricostruzione storica dei tempi in cui hanno visto la luce le opere letterarie e cinematografiche pasoliniane (e senza dolciastri struggimenti, piuttosto con l’acume e l’arguzia proprie di Abbate; nota firma del Fatto Quotidiano, diversi e fortunati libri alle spalle e ideatore, in Rete, di Teledurruti -www.teledurruti.it- sua emittente personale). Abbate, peraltro, sottolinea nel suo libro l’impegno tenace di Sivio Parrello nel custodire la memoria pasoliniana in modo incisivo, con specifico riferimento alla riapertura delle indagini sulla tragica morte dello scrittore e regista. Sì, vale veramente la pena di leggerlo, il libro di Fulvio Abbate, per coglierne quella che chiamerei una efficace tecnica di contrasto: fra le tante cose rievocate della nostra giovinezza logorate dal tempo e le parole di Pier Paolo vive più che mai, nel cuore della nostra intelligenza; oggi oltraggiata da una televendita politica sempre più pericolosa per le sorti del nostro Paese e soprattutto per il futuro dei nostri giovani.
Caro amico,
che gioia ritrovare ‘il nocchiero in salopette’ e ritrovarlo in questa
splendida tua foto, che lo ritrae in uno dei luoghi più cari al compianto
regista, narratore e poeta friulano. Sono grata quanto te a Fulvio Abbate,
autore di un libro che non ho ancora letto, ma che si prospetta didattico
riguardo alla vita e alla verità, tuttora non svelata, che circonda la fine
di Pier Paolo. Mi sento comunque di dirti che tale verità
si distilla da figure come quella del nostro Parrello, che ha consacrato
l’intera sua esistenza all’amico d’infanzia, imparando a memoria moltissime
sue poesie, dedicandogliene altrettante e portando avanti con coraggio
disarmante la volontà di dire. Tale verità si distilla anche da artisti come
te. che non esitano a dedicare al
Poeta Pasolini, conferenze, scritti e frammenti di vissuto.
Ti ringrazio, Andrea, per aver segnalato un libro onesto intellettualmente e
mi sento arricchita da immagini così vibranti di luce e dalla tua lucida e
costante volontà di
camminare insieme a coloro che hanno dato e danno tanto. come Silvio, alla
cultura!
Un forte abbraccio.
Grazie tante, cara amica, per le tue parole di partecipazione intelligente e affettuosa. Un abbraccio