Assieme al poeta e pittore Silvio Parrello, mio carissimo amico e ben noto ai visitatori del blog, ho assistito mercoledì scorso 5 dicembre presso la Casa del Cinema di Roma, all’anteprima del film PASOLINI, LA VERITA’ NASCOSTA, scritto e diretto dal regista Federico Bruno. Dico subito che il film di Bruno (prodotto dalla Horizon Film), della durata di due ore e trenta minuti, “picchia duro”; al punto che la sua presentazione ufficiale, prevista in un paese che potrebbe non essere l’Italia, non deve a mio avviso sorprendere più di tanto. Scrivo peraltro queste righe su esplicita autorizzazione di Federico Bruno, che in sala, prima della proiezione della pellicola, ha ovviamente invitato i giornalisti presenti a non recensire il film loro proposto in anteprima. Sicché, non essendo io un giornalista ma un poeta e critico letterario, sarò a mia volta sintetico se non criptico, per rispetto della volontà dell’autore appena rammentata. Che dire dunque in concreto? Innanzitutto, che il film in oggetto si lega strettamente al libro di Giuseppe Pelosi IO SO…COME HANNO UCCISO PASOLINI; Vertigo Edizioni, Roma, 2011; scritto in collaborazione con l’avvocato Alessandro Olivieri e lo stesso Federico Bruno. Precisato ciò, sarà anche necessario ricordare i due anni impiegati dal regista nello scrivere il film, che si avvale a parer mio di un ottimo attore nel ruolo di Pier Paolo Pasolini: Alberto Testone, rassomigliante in modo sconvolgente al grande scrittore e regista tragicamente scomparso; e non soltanto nelle fattezze, ma anche nei movimenti, nell’intonazione della voce, nei gesti (non ho mancato, alla fine della proiezione del film, di complimentarmi con lui). I visitatori del blog, conoscendo la mia passione per la musica classica, non dovranno stupirsi poi dell’emozione da me provata mercoledì scorso nell’ascoltare i brani musicali inclusi da Federico Bruno nel suo film: il Preludio dalla Suite n.1 in sol maggiore per violoncello BWV 1007 di Johann Sebastian Bach, e l’Adagio dal Concerto per pianoforte K488 di W.A.Mozart (non a caso, i due compositori più cari a Pasolini, ripensando soprattutto alle sue prime prove cinematografiche). Torniamo comunque più strettamente al film di Bruno. Esso ricostruisce in modo assai dettagliato l’ultimo anno di vita di Pasolini, fino alla morte atroce del poeta presso l’Idroscalo di Ostia avvenuta nella notte fra il primo e il due novembre del 1975. Come ho puntualizzato all’inizio del presente scritto, il film di Bruno va giù “duro”, in modo diretto: motivando in profondità le odiose “ragioni strategiche” della fine volutamente banale di un frocio comunista che “se l’era andata a cercare” ( volendo citare alla lettera l’epitaffio di un politico italiano dell’epoca tuttora in vita (chi ha avuto l’occasione di vedere il film-documentario A FUTURA MEMORIA di Ivo Barnabò Micheli del 1986 non potrà che annuire, a proposito di queste parole da me ricordate). Giacché, come chiarisce il film di Federico Bruno, una prima versione fin troppo inverosimile di quell’efferato omicidio avrebbe comunque lasciato un segno duraturo ed anche comodo nella coscienza di massa (mi si perdoni il bisticcio di parole); coincidente, di fatto, detta versione, con la damnatio memoriae di chi –sono parole di Bruno- “amava profondamente l’Italia e voleva salvarla dal degrado e dal consumismo. Aveva dato (Pasolini) delle indicazioni su come uscire da quella situazione politica e per questo è stato ucciso”. E del resto non aveva scritto Pasolini stesso i seguenti e preveggenti versi : “L’intelligenza non avrà mai peso, mai/ nel giudizio di questa pubblica opinione…Io muoio, ed anche questo mi nuoce” (dal poemetto LA GUINEA, incluso nella raccolta poetica POESIA IN FORMA DI ROSA, del 1964); versi giustamente riconosciuti come il vertice della sua ispirazione di poeta civile? Il film di Federico Bruno, regista di consumata esperienza (raggiungibile sulla Rete all’indirizzo www.federicobruno.com), mi è piaciuto, in sostanza, per una sua ispirazione febbrile, non conciliante; tale da rimandare con chiarezza alla “disperata vitalità” di Pasolini, tanto per capirci bene. L’opera di Bruno, in bianco e nero (a parte la storia parallela a colori di una studentessa spagnola dei nostri giorni giunta in Italia per raccogliere il materiale relativo alla sua tesi di laurea su Pasolini), risulta in conclusione per me un contributo rilevante e artisticamente degno per quell’esercizio critico del pensiero insegnato (e a quale prezzo!) da Pier Paolo Pasolini. La foto qua sopra, mia, è stata scattata di fronte all’immagine del volto del poeta (in bianco e nero) così come ci appare in TUTTE LE POESIE, i Meridiani, Arnoldo Mondadori Editore.
P.S. Apprendo ora (9.12.2012) che il film in oggetto è in selezione per il prossimo Festival di Berlino, febbraio 2013.
Amare è già sapienza. Se poi si aggiunge professionalità e conoscenza l’opera è fatta.
Auguro di cuore il successo, ma soprattutto, che possano uscire le “verità nascoste” o almeno che il film possa rappresentare un’incipit a interrogarsi sollevando qualche lembo di tenda.
Mi congratulo vivamente col regista Federico Bruno, con tutti coloro che si adoperano, con non poche fatiche, per simili imprese, te incluso, sempre presente dove l’impegno civile richiede sforzo, condivisione, partecipazione diffusa con ogni mezzo, ora anche in rete.
Mirka Bonomi
Grazie di cuore per queste tue parole, Mirka.
Caro Andrea,
credo proprio che molti uomini, in primis il nostro ‘nocchiero in salopette’ stiano ponendo le basi per rendere giustizia al regista, scrittore e poeta scomodo, che ha segnato profondamente il nostro ultimo secolo.
Tu stai seguendo la sua storia con costanza e … consentimelo, ‘affetto’, e Pier Paolo ti sarà grato di tanta tenacia.
Anche noi tutti ti siamo grati. E ti stringiamo!
Grazie, Maria.