il disinganno

In virtù del consenso di Ninnj Di Stefano Busà, poetessa e voce critica di rango, eccomi a offrire in lettura ai visitatori del blog un suo articolo apparso nella giornata di ieri, 24 dicembre, sull’OSSERVATORE LAZIALE (quotidiano indipendente del Lazio, raggiungibile sulla Rete). Si tratta, in tutta evidenza, di un intervento vibrante di passione civile che, come si suol dire, “buca” la pagina. La foto (non mia) ci permette di osservare un’ opera famosa e stupenda custodita nella CAPPELLA SANSEVERO a Napoli: il DISINGANNO, di Francesco Queirolo; un marmo di prodigiosa abilità tecnica, per tacere delle sue valenze altamente metaforiche. Di nuovo buon Natale a tutti, nel segno di questo scritto di Ninnj Di Stefano Busà che caldamente ringrazio:

L’editoriale
MONTI E IL SUO SERMONE DA PRETE SPOGLIATO

Un sermone da prete di campagna, un continuo rimescolare su quanto egli abbia salvato l’Italia e la gente non lo abbia capito: comizio singolare e banale, fatto di allusive stonature tragicomiche, di continui assilli sollecitatori sul filo della logica e del buon senso, un arrampicarsi su vetri fragili e rotti che non fa che avvalorare, qualora ve ne fosse ancora bisogno, il suo malgoverno, la sua incapacità a darsi regole e strutture portanti di cui tanto “blatera”.
Un addio di così scadente istanza avrebbe potuto pronunciarlo chiunque, ma se viene da uno che ha guidato l’Italia allo sbaraglio come ha fatto Monti in questi tredici mesi, diventa avvilente e umiliante.
Mi sembrava di sentire un parroco dire messa alle esequie di un morto: tono apparentemente pacato, ma inconcludente, di chi non ha nulla da dire o da dare, tranne che il suo mandato raggiunto da agonia stringente, da astenia e anemia irreversibili. Questa la verità ultima, la verità oltre ogni menzogna,
La straordinaria quanto censoria e arrogante ultima parola, prima del congedo, che si spera definitivo per tutti noi italiani ha disorientato, ma non ha lasciato stupiti: cosa ci si poteva aspettare da uno che ha tolto ai poveri per dare ai ricchi? Un vero Robin Hood al contrario.
Attenzione, non che l’Italia raggiunga la posizione soleggiata, non che vi siano speranze di crescita, non che si delineano menti in grado di realizzare la “rinascita” tanto auspicata, ma almeno “fuori uno”, ovverosia, il più drammatico fuori porta sbalzato via da un calcio di rigore che lo ha messo fuori campo.
Ora la palla passa a coloro che stanno in panchina ad attendere gli esiti delle elezioni, che non hanno un’aurea di saper dare risposte certe, non hanno programmi a breve e a lunga scadenza, non hanno progetti e soprattutto volontà d’impegnarsi a risolvere i tanti problemi degli italiani, che sono diventati un vero allarme, una emergenza che rischia di divenire cronica e di portare a livelli di guardia non più tollerabili la popolazione in ginocchio.
Al voto delle urne, dunque, l’ultima parola. Sapranno gli italiani tenere in considerazione fatti e cose, parole e tradimenti? Sapranno cambiare registro, dando la sterzata che faccia drizzare il timone verso: crescita, lavoro, occupazione, giustizia, dimezzamento di caste e camerille, dimezzamento del numero dei parlamentari, cancellazione di lauti compensi con solo pochi giorni di mandato-parlamentare alla casta, accorpamento di Province, misure più eque per la tassazione e il Fisco (siamo i peggiori in Europa).
Saprà il prossimo governo prendere atto che siamo fuori rotta? Fuori tempo massimo? Per non cadere nell’abisso più fondo di una “recessione” irreversibile. Saremo i prossimi a cadere sotto l’effetto del famigerato “spread” sempre in agguato? O ci tireremo fuori appena in tempo per non cadere nella gola profonda di un sistema economico/finanziario fuori controllo, patrocinato dalla forza centristamerkeliana che la fa da padrona su tutta la linea. Monti lascia il campo, ma saprà il successore trovare la chiave per aprire le porte al sole della rinascita?

Ninnj Di Stefano Busà

P.S. Qualche visitatore del blog potrebbe riscontrare forse a ragione una contraddizione anche stridente da parte mia nell’aver scelto di presentare il suddetto “rovente” articolo a distanza di tre giorni dai miei auguri natalizi, ispirati dal sentimento della “tregua” e sorretti dalla fotografia di uno stupendo e conciliante dipinto del Beato Angelico. Risponderò semplicemente, al riguardo, che, pur essendo Natale, ho cercato di non addormentarmi durante la “funzione” celebrata da Monti.

8 commenti su “

  1. Bianca 2007

    Brava Ninnj, bravo Andrea. Faccio presente dei dati statistici pubblicati sul Supplemento al Bollettinno Statistico. “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” n.52 del 15-10-2012, pubblicato dalla Banca d’Italia, dove si evidenziano chiaramente le cifre del disastro Monti..Il debito pubblico continua a crescere. Al 31 agosto era di 1.975.63 miliardi di euro; rispetto agli anteriori governi, cresciuto del 3,5%. Auguri a chi non vuol fare lo struzzo….Mirka

  2. andreamariotti Autore articolo

    Grazie, Mirka, per questo tuo tempestivo commento. Auguri di cuore.

  3. ninnj Di Stefano Busà

    Gent.ma Mirka, peccato che siano poche le persone in grado di capire fino a che punto ci ha ridotto l’esecutivo Monti e…dove ci porterebbe l’eventuale sua discesa in campo. Pensate ad un esecutore testamentario!!! ecco questo sarebbe Monti farebbe le esequie dell’Italia, ci darebbe l’estrema unzione: tutto per tacitare la grande gola profonda di Banche, poteri forti, economia UE che ci vuole sotterrare e lui tiene loro bordone!!!SPERO CON TUTTO IL CUORE CHE NON ABBIANO SUCCESSO LE MANOVRE INDEGNE CHE STA PREPARANDO ALLE SPALLE DEGLI ITALIANI. BUON ANNO e saluti. Ninnj

  4. Annamaria

    Caro Andrea, sono totalmente in disaccordo con quanto ha scritto la poetessa Ninnj Di Stefano Busà in questo articolo: le sue feroci critiche a Monti mi sembrano del tutto infondate. Sembrano parole dettate da Berlusconi che certamente ha uno stile molto diverso ed è formidabile nel suo ruolo di vittima ! Dare la responsabilità a Monti dell’ “Italia allo “sbaraglio” mi sembra un’analisi semplicistica ed avere una visione della realtà molto limitata : una notevole miopia, altro che “ verità ultima, la verità oltre la menzogna” !! La realtà è che gran parte di ciò che avrebbe voluto realizzare Monti non gli è stato possibile perché la maggior parte dei nostri politicanti non lo avrebbero mai approvato per non perdere i propri privilegi. Perdere la speranza di una rinascita non mi sembra certo un modo per fare che questa avvenga. La fiducia e l’ottimismo, uniti alla collaborazione di tutti, potranno darci, secondo me, la forza di sperare sempre e augurarci un anno migliore. Un augurio a tutti di Buon Anno 2013.

  5. andreamariotti Autore articolo

    Cara Annamaria, che sia dato spazio al dissenso, ci mancherebbe! nella fattispecie, quello racchiuso nel tuo commento. Commento dai toni non del tutto sereni, ritengo, nei riguardi di una personalità artistica e culturale dell’altezza di Ninnj Di Stefano Busà, la cui tesi rimane per me ampiamente condivisibile. Tuttavia non potevo non pubblicare quanto tu scrivi, giacché, volenti o nolenti, ci induce a storicizzare la crisi profonda del Belpaese, ben antecedente a Monti (che però, a mio avviso, ci aggiunge del suo, a questa stessa crisi; e in misura non trascurabile…davvero, l’immagine della Busà di un esecutore testamentario -vedi la sua risposta- mi appare calzante)… Carneade…chi era costui? un tecnocrate senza riguardo per i più deboli, che ha fatto “pronta cassa” senza avere bisogno, di fatto, di trascorsi bocconiani; piuttosto per sicura vocazione autoritaria e predatoria. Il tuo commento lascia spazio in qualche modo a un’ipotetica fase due del governo Monti, con intenti redistributivi delle ricchezze…come dire, lasciamolo governare, il Professore, non più intrappolato dalla “casta”! tuttavia io non credo minimamente a questo signore che, per il momento, ha prodotto macelleria sociale e basta. Sulla nostra pelle scopriremo il seguito della storia. Un ringraziamento, comunque, per questo tuo contributo che, nel suo dissenso, ripeto, stimola la discussione.

  6. Bianca 2007

    Carissima Ninnj, è sempre un piacere, per me, condividere il dovere della verità, interpretata, o meglio ancora guardata con gli occhi della intelligenza lucida e lungimirante che, della NON PAURA se ne fa arma d’obbligo etico e morale. E chi più dei poeti possono e debbono? Appunto come la sua testimonianza, sostenuta, qui, dall’amico Andrea poeta lui stesso e divulgatore di autentica civiltà…

    Nell’attuale scelta di Monti di scendere in campo, nonché nell’idea dei governanti di diverso colore -tutti collusi e subalterni al capitalismo finanziario- altro non è possibile vedere se non un mezzo per legittimare leader virtuali e l’unica politica ammessa. Quella dominante e che domina. Il Monti…semplicemente un paralume fatto con la pelle di vittime imprigionate da questo balordo sistema e, forse, impotenti. Eppure…se si volesse… si potrebbe costituire un’alleanza mantenendo la propria identità ideale e politica, definendo candidati e un comune programma vincolante di alternativa, con le preferenze espresse dagli elettori (MCS,IDV,FdS tanto per citare…)I risultati potrebbero essere devastanti per politici, anche corrotti, e imbonitori del regime dominante. Basterebbe poco, in fondo. Rinunciare ad inutili ed irrazionali leaderismi personali e settarismi di vertice. Se si volesse!… Un caro saluto, Mirka

  7. Franco Campegiani

    Io penso, carissimo Andrea, che del sistema corrotto nel quale viviamo siamo tutti responsabili (chi in maggiore, chi in minore misura). Ne è responsabile la casta, in quanto toglie a tutti il pane quotidiano; ne è responsabile il popolo, in quanto ben lieto di farsi arruolare da questo o da quello in cambio di qualche mollichina. La nostra comune amica Ninnj, che ha smosso questa fertile discussione, conosce il mio modo di pensare. Anche tu ne sei a conoscenza, ma vorrei qui sinteticamente riassumerlo per i nostri lettori. Io ritengo che tutti contribuiamo con i nostri comportamenti (a prescindere dalle idee professate) alla formazione e al consolidamento di un determinato sistema sociale e culturale. Di regola si crede che il popolo sia avulso da ogni arrivismo, da ogni ansia di arricchimento sfrenato, ma è un luogo comune. E’ pura retorica, pura utopia. Non è così purtroppo, e i movimenti “popolari” sono in realtà corrotti in partenza, in quanto pilotati per fini già programmati di egemonia. Nessuno è realmente innocente, nessuno pensa al bene comune. Ne segue che, per cambiare realmente le cose, dovremmo tutti indistintamente modificare i nostri comportamenti, ciascuno nel proprio ambito personale. Politica ed antipolitica non caveranno un ragno dal buco se non si sottoporranno a questa priorità assoluta. Se fondassimo tutto sull’autocritica, le cose si metterebbero in ordine nel giro di ventiquattrore. Indubbiamente la perfezione non è di questo mondo, ma sarebbe senz’altro un mondo migliore quello che potrebbe scaturire da tale diffusa autodisciplina. O noi riscopriamo il nostro individuale equilibrio, oppure è la catastrofe a livello collettivo. E le sette piaghe d’Egitto diventano uno zuccherino. Siamo noi i responsabili del nostro destino. Utopia? Ben venga, se l’alternativa è il baratro autodistruttivo. Fra poco saremo chiamati alle urne. Facciamo si che il voto che daremo a destra o a manca non sia un voto di parte, non un voto finalizzato al rispetto reciproco ed al bene comune. E facciamolo soprattutto con relativismo, senza accalorarci più di tanto, non ne vale proprio la pena. Caro Andrea, è questo l’augurio di Buon Anno che mi sento di inviare a te e a tutti i lettori.

  8. andreamariotti Autore articolo

    Il tuo ragionamento non fa una grinza, come si suol dire, carissimo Franco; nel senso che prioritario rimane lo sguardo rivolto a se stessi (un esempio banale solo in apparenza: quando ci laviamo i denti, facciamo economia di quel bene insostituibile che è l’acqua?). Lunghissimo sarebbe il discorso, come ben sappiamo…ripenso, rispondendoti, a un bellissimo enunciato di Francesco De Sanctis: “Uomo senza società si sente vedovo”: ecco, non lo scopro certo io, ma davvero nei nostri tempi per i pessimi comportamenti dei politicanti ad andare in crisi profonda è stato il valore politico e civile della rappresentanza; donde l’indifferenza, il sentimento diffuso e talvolta facinoroso dell’antipolitica. Io osservo, caro amico: i magistrati che da un giorno all’altro scendono o salgono in politica, i comici di un tempo oggi con diffuso tasso di dispotismo, i venditori di sogni stracciati di nuovo alla ribalta, i rottamatori improvvisamente dietro le quinte…lungo sarebbe l’elenco. In realtà il momento è grave: discutere con rispetto e pacatezza è già molto di questi tempi. Vedremo sulla nostra pelle, come ho già avuto modo di scrivere, cosa accadrà nei mesi che ci attendono. Un abbraccio e un augurio sincero di Buon Anno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.