Senza volerlo, forse, questa mia foto scattata ieri pomeriggio a Villa Doria Pamphilj , nel momento più intenso di un tramonto romano, può umilmente rappresentare il doveroso spirito di riflessione nella Giornata della Memoria. Un uomo, nella foto, siede su una panchina, circondato dal verde e dai pini quasi incendiati dalla luce solare… viene davvero voglia di silenzio, in una giornata come questa, di rileggere Se questo è un uomo di Primo Levi, di abbracciare fino in fondo, nella vacuità odierna, quel valore primario che consiste nel principio della responsabilità personale; per interrogarci sulla “matta bestialitade” umana capace dell’Olocausto.
Carissimo, ti rispondo con una citazione di Blaise Pascal: “La natura ha perfezioni per mostrare che è l’immagine di Dio e difetti per mostrare che ne è soltanto l’immagine”.
Aggiungo…C’è abbastanza luce per coloro che desiderano solo di vedere, e abbastanza “oscurità” per coloro che si trovano nella disposizione opposta.
Il parco di Villa Panphili. Oh come lo vedo insieme alla mia casa, nei gridolini dei miei bambini, nei passi lenti dei vecchi che poi sedevano a rimirare il sole al tramonto!
Abbraccio, Mirka
Grazie soprattutto per la citazione di Blaise Pascal, particolarmente significativa in una giornata come questa. Un abbraccio
Purtroppo, caro Andrea, sembra essere questa la caratteristica dell’homo sapiens sapiens. Una follia di cui la matta bestialitade degli animali non sarebbe mai capace. E continuiamo a parlare retoricamente della superiorità dell’essere umano nel creato! Così sarebbe nei disegni archetipi, che configurano l’uomo come custode dei tre regni (è così che si dice nel Genesi), ma vediamo nella realtà ciò che siamo diventati. Quale spaventoso declino! In quale orribile maledizione ci siamo cacciati! Se questa è civiltà, è preferibile la vigorosa, intelligente e moralissima inciviltà degli animali. Sempre più mi convinco, caro Andrea, che cultura è decadenza e che ragione è sinonimo di follia. Un forte abbraccio
Sono pienamente concorde con quanto scrivi, caro Franco, al punto di non voler aggiungere nulla. Ti ringrazio di essere intervenuto e ti abbraccio.