Serrapopolo

Il visitatore del blog, dopo la “cupa” foto recanatese di sabato scorso, non pensi ad una asettica, calcolata tecnica di contrasto osservando quella odierna, da me scattata nella giornata di ieri dalla vetta del monte Serrapopolo (catena dei Lucrétili), al cospetto dell’innevato monte Terminillo. E’ che ieri, veramente, secondo previsioni meteo, abbiamo goduto di una “finestra” di bel tempo: fredda, asciutta, senza vento, e il cielo privo di nuvole. Sicché il mio amico A. ed io ne abbiamo approfittato, per percorrere il suggestivo e isolato sentiero che dall’abitato di Scandriglia (Rieti), porta fino alla vetta del monte Serrapopolo. Quanto mi sono mancate -come le chiamo io affettuosamente- “sorelle montagne”, dall’autunno scorso! Per tanti motivi, infatti, erano mesi che non facevo più un’escursione. Ebbene ieri non mi sono fatto sfuggire -con spirito oraziano, direi- l’occasione: camminando con buona lena, nonostante il passare degli anni. Non ci sono parole per descrivere il contrasto fra il colore del cielo e le foglie dorate del querceto che con il mio amico abbiamo attraversato lungo il sentiero. Dedico in breve questa foto a tutti coloro che si trovano impegnati a far chiarezza dentro se se stessi (io per primo) e -mi sia concesso- a mia madre, di cui ricorre oggi l’ottavo anniversario della scomparsa (amava il mare, lei; ma l’azzurro della foto vale per tutti i gusti, credo).

P.S. mi permetto di ricordare ancora una volta che, “cliccando” sulla foto, la stessa apparirà secondo un formato decisamente più grande.

8 commenti su “

  1. rosaria di donato

    Complimenti Andrea, questa foto è bellissima! l’orizzonte innevato suggerisce speranza ed infonde fiducia per l’avvenire. E’ un chiarore che conforta. Mi dispiace per oggi, ma non ce l’ho fatta a venire a Ciampino. Spero tutto bene.

    Un saluto,

    Rosaria

  2. andreamariotti Autore articolo

    Grazie, Rosaria, per il tuo apprezzamento della mia foto. Comprendo bene che non è facile, da Roma, in un pomeriggio feriale, raggiungere Ciampino, sia per gli impegni di lavoro, sia per il traffico. La serata in cui si presentava la silloge poetica di Franco Campegiani Ver sacrum ( in occasione della diciassettesima edizione dei COLLOQUI SULLA CONTEMPORANEITA’, a cura di Natale Sciara), è andata bene, credo di poter dire. Colgo anzi l’occasione per segnalare a te e agli altri visitatori del blog che la mia recensione è leggibile “cliccando” in alto a destra sulla scritta “Sui poeti che incontro (2013)”. Un caro saluto.

  3. rosaria di donato

    Ciao Andrea, ho letto la recensione e mi sembra appropriata e illuminante riguardo alla poesia di Franco Campegiani: sto scorrendo anche “Ver sacrum” e devo dire che è una scrittura interessante.
    Rosaria

  4. andreamariotti Autore articolo

    Grazie, Rosaria, per l’interesse che ti ha suscitato la mia recensione al bel libro di Franco Campegiani.

  5. Roberto De Luca

    Caro Andrea, ho letto la tua recensione al libro Ver Sacrum di Franco Campegiani e devo dire che mi trovo d’accordo su molti punti, primo fra tutti il fatto della ‘non’ apparente diversificazione della poesia di Campegiani. Infatti, avendo letto anch’io il libro, mi sono accorto che si tratta di un testo che necessita di un’accurata lettura, poichè in esso è insito gran parte del pensiero filosofico dell’autore misto a una non meno interessante ‘umanità ‘ , che trova la sua massima espressione proprio nelle poesie da te citate nella suddetta recenzione e in particolar modo in quella (bellissima) dal titolo ‘ IL male d’oggi’ in cui la presenza del Mito, ricorrente in maniera particolare nella poesia di Franco, si fa realtà e al contempo Terra contadina. Da quest’opera ( dal libro) emerge comunque un urlo di dolore per la situazione del mondo di oggi, quasi come se l’autore dicesse: fermatevi ad ascoltarmi: ho qualcosa da dirvi! E in effetti è così, attraverso l’evocazione di immagini classiche egli riesce a parlare in maniera fruibile all’uomo di oggi e io ravvedo in questa poesia una nota dolce di profonda consapevolezza e di interrogazione sui destini che attendono l’elemento Uomo nel prossimo futuro. In queste mie considerazioni io colgo una certa sintonia con quanto tu hai scritto sulla poesia di Franco . Un abbraccio

  6. andreamariotti Autore articolo

    Caro Roberto, mi fa piacere che tu abbia letto con interesse la mia recensione a una raccolta poetica come Ver sacrum, di Franco Campegiani. E concordo pienamente con te circa la grande fruibilità di quella poesia-gesto (nel senso più nobile del termine) che rimane Il male d’oggi (due volte da me presentata nel blog):”fermatevi, devo dirvi qualcosa!”. Il poeta non può rimandare il suo discorso; ecco perché, nella mia recensione, mi sono permesso di parlare di una “vibrante eticità” a proposito della suddetta poesia, a tutti particolarmente cara. Un abbraccio

  7. Franco Campegiani

    Caro Andrea, la tua azzurra foto montana, dedicata all’ottavo anniversario della scomparsa di tua madre e “a tutti coloro che si trovano impegnati a far chiarezza dentro se stessi”, può davvero fungere da superbo commento visivo alla vibrante recensione del “Ver sacrum” da te svolta a Ciampino, posta nell’archivio del blog sotto la voce “I poeti che incontro”. Noto con piacere che anche Rosaria e Roberto la vivono così. In quella recensione, Andrea, tu giustamente evidenzi – oltre agli aspetti formali che solo un esteta del tuo rango può riuscire a cogliere in maniera così felice, e dei quali il poeta è raramente consapevole – i lati angosciosi e tragici della mia poesia e del mio pensiero. E’ una sottolineatura importante, perché la vera luce può apparire soltanto nelle tenebre (altrimenti è retorica); così come solo dopo mesi di grigia vita cittadina tu puoi apprezzare il sereno di una corroborante escursione montana. Sta qui l’armonia dei contrari. Mi commuove quel che Roberto dice. Anche lui ha compreso nel profondo l’urlo di dolore da cui nasce il mio desiderio di albe nuove e di rinnovate stagioni aurorali del mito. Fermiamoci, dunque (io non dirò mai “fermatevi”). Non per ascoltare quel che io ho da dire, ma quel che nel profondo di se stesso ognuno sa di doversi dire per salvare l’umanità dall’abisso autodistruttivo. Ti sono grato, Andrea, come sono grato ai nostri comuni amici.

  8. andreamariotti Autore articolo

    Caro Franco, trovo importante la tua precisazione in merito a una poesia come Il male d’oggi, centrale nella tua raccolta Ver sacrum: il suo autore, in effetti, non ha proclami da fare; piuttosto, mosso da ispirazione autentica, rappresentando senza infingimenti la realtà odierna, suggerisce al lettore il cammino più plausibile: quello interiore. Un abbraccio

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