Valle Cavalera

Aperta quest’oggi 25 aprile una pagina (21) del libro LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA ITALIANA (8 settembre 1943 -25 aprile 1945), Einaudi Editore:

Mamma adorata,

quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l’Italia sarà di nuovo grande…Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l’Italia. …Ci rivedremo nella gloria celeste.

Viva l’ITALIA LIBERA!

                                                                                                                                                                           

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        Achille Barilatti (Gilberto della Valle)

  

Di anni 22 –studente in scienze economiche e commerciali- nato a Macerata il 16 settembre 1921 -. Tenente di complemento di Artiglieria, dopo l’8 settembre 1943 raggiunge Vestignano sulle alture maceratesi, dove nei successivi mesi si vanno organizzando formazioni partigiane –dal Gruppo “Patrioti Nicolò” è designato comandante del distaccamento di Montalto-.  Catturato all’alba del 22 marzo 1944, nel corso di un rastrellamento effettuato da tedeschi e fascisti nella zona di Montalto –mentre 26 dei suoi sono fucilati immediatamente sul posto e 5 vengono salvati grazie al suo intervento, egli viene trasportato a Muccia (Macerata) ed interrogato da un ufficiale tedesco ed uno fascista-. Fucilato senza processo alle ore 18,25 del 23 marzo 1944, contro la cinta del cimitero di Muccia-. Medaglia d’Oro al Valor Militare.

 

P.S. mia la foto qua sopra, di un secolare faggio all’inizio del sentiero della Valle Cavalera, suggestivo percorso per salire fin sulla vetta del monte Gennaro ( ben visibile da Roma).

2 commenti su “

  1. massimo

    Caro Andrea, leggendo questa toccante lettera di addio da te scelta tra le tante di questa raccolta, sono stato colto da un’improvvisa ed incontenibile profonda amarezza. Ho ripensato agli orrori della guerra, al freddo piombo che stroncava e tacitava per sempre la vita, la voce dei nostri soldati, uomini valorosi che fino alla fine hanno creduto nei loro ideali, rafforzati da una granitica perseveranza, per nulla scalfita dal vigliacco fuoco nemico. Nello stesso momento però, ho provato anche rabbia nel profondo della mia coscienza, quando leggendo lo scritto, l’attenzione è caduta su due punti importanti: 1) Il mio sangue non si verserà invano; 2) L’Italia sarà di nuovo grande. Cosa è accaduto all’indomani di aspre battaglie combattute per diverse ideologie, bagnate col sangue di coloro che hanno creduto nel dopo-storia? Una magra e asciutta conclusione vorrei esternare ma qui mi fermo…Fare odiosa retorica a coscienze sopite e superbamente conformate non ha senso. Bella la foto del faggio, testimone silente di secoli di storia. Un affettuoso saluto Massimo

  2. andreamariotti Autore articolo

    Caro Massimo, la tua consapevolezza dell’inutilità di rivolgersi a coscienze sopite e omologate è il riscontro più convincente, per me, della giustezza (credo di poter dire) della mia scelta, a proposito dell’articolo in oggetto: dare la parola direttamente alla nobile voce vibrante nelle poche righe della lettera presentata, senza aggiungere alcunché. La luce di tale lettera contro il buio che ci avvolge, oggi…anche da parte mia un affettuoso saluto.

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