Complimenti vivissimi (sic!) a coloro i quali hanno veramente creduto fino in fondo nell’attacco dello stupendo grido pasoliniano: “L’intelligenza non avrà mai peso, mai,/ nel giudizio di questa pubblica opinione…”! ripeto: complimenti vivissimi, a fronte di una a dir poco sconcertante notizia appresa oggi dal sito del quotidiano La Repubblica. In breve Francesco Schettino, indagato per omicidio plurimo colposo in relazione alla tragedia del Giglio del 13 gennaio 2012, è stato protagonista di un seminario dello scorso 5 luglio voluto dalla cattedra di psicopatologia forense della facoltà di Medicina della Sapienza di Roma. Il “comandante” Schettino a quanto pare, nelle due ore del seminario, avrebbe tenuto una vera e propria lectio magistralis soprattutto sulle situazioni di panico e di crisi…roba da matti! 32 persone non ci sono più, da quella sciagurata notte dell’ inchino della Costa Concordia di fronte all’isola del Giglio! per tacere del fatto che si sta cercando tuttora un disperso, al Giglio e dentro la nave condotta da pochi giorni a Genova! Il sito del suddetto giornale mette le mani avanti così esordendo: “secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione…”. Dico soltanto questo: non avrei mai voluto leggere una notizia del genere! mi permetto (ma non è il caso oggi di porsi degli scrupoli circa il pericolo di risultare ineleganti) di rimandare il visitatore del presente blog al mio articolo del 21 gennaio 2012, laddove citavo la prima strofe intonata dal Coro, Primo Stasimo, nell’AGAMENNONE di Eschilo (varranno qui le illuminanti parole finali: “Non c’è baluardo per chi,/ eccitato, goloso di beni/ sferra calci all’altare solenne/ del Giusto, fino a disfarlo…”). Naturalmente non si vuole la testa di Schettino: soltanto il suo convinto e durevole rifiuto dello spettacolo, dopo quei poveri morti! oggi, leggendo quanto riferito, mi sono veramente vergognato di essere italiano.
P.S. la foto odierna è dell’artista Massimo Mancini
Il “comandante” Schettino, elevato al rango di professore universitario esperto in gestione del panico, si permette divertimenti e festini, con tanto di selfie diffusi via web, dopo aver contravvenuto a tutti i principi professionali ed etici abbandonando la nave (ma lui dice di essere caduto sulla scialuppa….) che lui stesso aveva condotto al naufragio, cagionando un numero impressionante di vittime, un disperso, danni morali e materiali le cui conseguenze e il cui vivo ricordo si perpetueranno in tutti noi, e non oso nemmeno immaginare quanto nei parenti e nei diretti interessati, come onde nel mare.
Non appena letta la notizia dal sito roma.corriere.it, resa ancora più grave dal consenso di taluni commentatori, sono sgorgate dalla mia anima dolente le parole di Pier Paolo che tu hai qui opportunamente invocato. Per questo mi sento ancora più profondamente accomunata a quello che ora è il tuo grido, contro l’appiattimento mentale che permette agli italiani di tollerare tali barbarie e continuare a vivere senza ribellarsi in una nazione che è ferma alle impunite stragi di stato e ai delitti irrisolti, come quello di Pasolini che attende giustizia da ormai 39 anni.
Un abbraccio, Grazia
Carissima Grazia, non avevo mai scritto finora nel presente blog “mi vergogno di essere italiano” come ho fatto oggi; ma l’affronto compiuto alla Sapienza nei confronti delle vittime della tragedia del Giglio, dei loro parenti e, in ultimo, anche nei nostri riguardi (in quanto ostinati portatori di sentimenti civili) oltrepassa ogni limite. Questo nostro tempo è…empio! un abbraccio anche da parte mia