Immag014

 

ALLA  SERA

 

Forse perché della fatal quiete

Tu sei l’immago a me sì cara vieni

O sera! E quando ti corteggian liete

Le nubi estive e i zeffiri sereni,

 

E quando dal nevoso aere inquiete

Tenebre e lunghe all’universo meni

Sempre scendi invocata, e le secrete

Vie del mio cor soavemente tieni.

 

Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme

Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

Questo reo tempo, e van con lui le torme

 

Delle cure onde meco egli si strugge;

E mentre io guardo la tua pace, dorme

Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.

 

Ugo Foscolo

2 commenti su “

  1. massimo

    Caro Andrea, che dire di questo “nostro” gigante della letteratura italiana, anche lui come Ungaretti un soldato, ma della Grande Armata francese. Alla sera, è l’ analisi introspettiva del poeta verso l’evento, la situazione, che si crea quando scende la sera, una sorta di sipario calato sull’azzurro pianeta dove, natura e uomo, si sono esibiti. Tutto si quieta, anche lo “spirto guerrier” del poeta in fondo irriducibile, sopisce lasciandosi andare alla dolcezza di questa immagine di serenità e morte. La sera, momento della riflessione, di ciò che abbiamo compiuto e condiviso, nel bene o nel male, nel giusto o nell’errore.

  2. andreamariotti Autore articolo

    Caro Massimo, questo mi sento di dire del sonetto foscoliano universalmente noto: si tratta ovviamente di un “classico dei classici”, da me presentato nel blog in una sera del mese ormai finito in quanto la seconda metà d’agosto a pensarci un attimo odora già d’autunno, con il cielo azzurro che si fa scuro in un batter d’occhio…i classici sono tali in quanto attuali; e noi dobbiamo a parer mio essere sempre pronti ad abbracciarli come persone vive.

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