Sandro Penna

In virtù delle riflessioni del poeta Elio Pecora intorno alla poesia di Sandro Penna da me seguite su RAI STORIA,  mi fa piacere qui offrire alla lettura dei visitatori del blog il celebre distico non rimato del lirico perugino (come chiamarlo altrimenti?) tratto dalla raccolta Poesie (1927-1938):

 

Io vivere vorrei addormentato

entro il dolce rumore della vita.

 

Superfluo qualsiasi commento in merito a questi versi di purezza senza pari (scritti da un poeta singolare nel senso più rigoroso del termine, nell’ambito del nostro Novecento letterario). Grazie pertanto a Elio Pecora -autorevole studioso di Penna, di cui fu amico, negli ultimi anni del grande Perugino- per avermi ricordato l’alta qualità d’una esperienza poetica più che mai fruibile come grazia in contrasto con la cupezza degli attuali tempi.

 

 

4 commenti su “

  1. Francesco

    Ecco, venire a leggere gli articoli di questo blog e trovare come in questo caso, la semplicità della sapienza e dello spessore culturale sedimentato, che riaffiora in brevi citazioni. Richiami che definiscono il silenzio in cui trovano forma i pensieri, avvolti con quel dolce rumore della vita.
    Grazie Andrea per questo articolo.
    Un caro saluto
    Francesco

  2. andreamariotti Autore articolo

    Grazie a te, Francesco, per le tue parole. Un caro saluto anche da parte mia

  3. Fiorella D'Ambrosio

    Che bel momento ci hai regalato, Andrea! Sandro Penna e’ per me la più originale voce poetica del Novecento:”antinovecentesca” secondo Pasolini,in alternativa alla linea ermetica ,o più prudentemente “non novecentesca” secondo Luperini. Voce poetica che si richiama-per la purezza,la luminosità e la classica musicalità del discorso ai lirici greci (poesia alessandrina).E, per finire, un frammento poetico di Penna: Il mare e’ tutto azzurro./Il mare e’ tutto calmo./ Nel cuore e’ quasi un urlo/ di gioia. E tutto e’ calmo.

  4. andreamariotti Autore articolo

    Difficile darti torto, Fiorella, a proposito di Sandro Penna, giustamente inteso da Elio Pecora come un poeta per così dire “orizzontale”; ossia senza sviluppo, risultando da subito ben definito e alto. Tant’è che la stupenda quartina da te citata, non a caso fa parte, al pari del distico famoso Io vivere vorrei addormentato…, della prima raccolta Poesie (1927-38). Appropriato mi è sembrato infine il tuo accenno a Luperini. Un caro saluto

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