Per una volta, viaggiatore, sii imprudente,
allunga la tua strada.
Al risveglio, sii come il giorno prigioniero
di una notte di nebbia.
Non evitare il giardino dei cuori persi,
va’ in fondo, al termine del cattivo cammino,
dove l’erba è un tappeto di fiori rossi in abbandono,
dove malinconiche acque si dirigono verso il mare
ondoso.
A lungo, senza riposo, hai vegliato
sul peso di anni inutili.
Che sia infine tutto dissolto!
Ti resta la gioia disperata d’aver perso tutto.
Rabindranath Tagore, da Pushpanjali
Ai bellissimi versi del Nobel Rabindranath Tagore da te citati, Andrea, vorrei accostare quelli altrettanto notevoli per eleganza e profondità della lirica “La rugiada” dello stesso autore: “Ho attraversato i continenti/ per vedere il più alto dei mondi./ Ho speso una fortuna/ per navigare sui sette mari./ E non avevo avuto il tempo di notare/ a due passi dalla porta di casa/ una goccia di rugiada su un filo d’erba.” E con queste due elevate espressioni di ars poetica,ti auguro la Buona notte. Fiorella
Che bella la poesia – armonia di Tagore dove anche le disarmonie, le difficoltà e il rischio, finanche quello di perdere tutto, fa parte del ciclo dell’esistenza, di questo percorso a ostacoli che è la vita e congiuntamente la natura.
Leggo soltanto ora il tuo qualificato commento, Fiorella, relativo a un poeta che davvero portiamo nel cuore. Ti ringrazio, augurandoti buona serata con un caro saluto
Bello nella sua efficacia il tuo enunciato, Monica! poesia-armonia, riguardo ai versi di Tagore presentati. Versi in effetti intrisi di grande spiritualità e coscienza ampia dell’esistenza, dalla terra al cielo.