A Luca Canali
E se pure di noi resta qualcosa
oltre un nome ed un’ombra senza peso
tu, Catullo, dottissimo poeta,
d’edera cinto il giovinetto crine,
nella valle d’Eliso, sorridente
vienigli incontro e tendigli la mano.
poesia di Sabino Caronia
( la poesia, apparsa sulla Rivista I Fiori del Male, n. 61, maggio-agosto 2015 viene qui proposta alla lettura dietro consenso dell’autore)
Sabino Caronia, critico letterario e scrittore, romano, ha pubblicato le raccolte di saggi novecenteschi L’Usignolo di Orfeo (Sciascia Editore, 1990) e Il gelsomino d’Arabia (2000) ed ha curato tra l’altro i volumi Il lume dei due occhi. G.Dessi, biografia e letteratura (1987) e Licy e il Gattopardo (1995). Ha lavorato presso la cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea all’università di Perugia e ha collaborato con l’università di Tor Vergata, con cui ha pubblicato tra l’altro Gli specchi di Borges (2000). Membro dell’Istituto di Studi Romani e del Centro Studi G.G. Belli, autore di numerosi profili di narratori italiani del Novecento per la Letteratura Italiana Contemporanea (Lucarini), collabora ad autorevoli riviste, nonché ad alcuni giornali, tra cui “L’Osservatore Romano” e “Liberal”. Suoi racconti e poesie sono apparsi in diverse riviste. Ha pubblicato i romanzi L’ultima estate di Moro (2008), Morte di un cittadino americano. Jim Morrison a Parigi (2009), La cupa dell’acqua chiara (2009) e la raccolta poetica Il secondo dono (2013).
In questi versi si avverte l’ampio respiro poetico dell’autore, che esprime la grandezza del latinista Canali, e lo colloca insieme ai grandi autori latini. Un invito a custodire l’origine dell’arte poetica e darle ancora una spinta per mantenerla viva tra noi.
Una bella proposta poetica, che si interpone al moderno aprendo una finestra sul passato, che ha vinto sul tempo ed ha guadagnato l’eternità.
Grazie Andrea
Un caro saluto
Commovente omaggio a un grande poeta, studioso e traduttore quale fu Canali. Sabino Caronia sintetizza nella figura di Canali tutta una cultura, nostra, fondante della civiltà occidentale. La bellezza e la sapienza di questi versi credo siano nell’invocazione a Catullo di cui Canali fu traduttore finissimo: è una sorta di preghiera, pagana e religiosissima,
affinché i due poeti s’incontrino, quasi che Catullo possa farsi Virgilio per accompagnare il poeta moderno nell’oltre che lo attende. La poesia diventa cerniera di incontro, direi di continuità, tra mondo antico e modernità. Solo in quella continuità anche noi in qualche modo restiamo.
In effetti i versi di Sabino Caronia sono bellissimi, puri e “antichi” nel senso più nobile del termine. Un caro saluto a te, Francesco.
A questo bellissimo, profondo commento di Marzia Spinelli cosa aggiungere? se non il ricordo della viva emozione da me provata nel leggere i versi di Sabino Caronia qui presentati, la cui qualità precipua è a parer mio quella di una alata leggerezza (nel senso naturalmente “calviniano” di gravità senza più peso). Ché, come dice Marzia benissimo, “solo in quella continuità anche noi in qualche modo restiamo”.
La lirica, dedicata a Luca Canali, grande latinista e scrittore indimenticato e’ una invocazione -in versi teneri e dolenti- al poeta Catullo, affinché “sorridente” accolga “nella valle dell’Eliso, un’anima senza peso”…Esempio di un’arte controllata e raffinata, di indubbia intensità emotiva e di umana profondità. Complimenti all’autore e un grazie a te, Andrea per averne proposto la lettura sul tuo blog. Fiorella
Non posso che ribadire, cara Fiorella, tutta la bellezza della poesia di Sabino Caronia. Si tratta, credo, di un dono per tutti i visitatori del blog. Un affettuoso saluto
Concordo con tutti i commenti, bellissimo e altrettanto poetico quello di Marzia Spinelli. I versi di questa poesia di Sabino Caronia sono la testimonianza della finissima selezione operata nei testi, tutti di altissimo valore poetico, pubblicati sul n. 61/2015 della rivista I fiori del male. L’omaggio a Canali, che è anche un omaggio a Catullo, è sapientemente sintetizzato in questa poesia così lirica, piena di ritmo, armonia ed eleganza. Molto suggestivo il transito fra passato presente e futuro (come passaggio nell’oltretomba) rappresentato dalla mano tesa di Catullo.
Complimenti a Sabino!
Complimenti ai quali mi unisco di cuore: consapevole, come ha ben detto Monica Martinelli, del valore poetico dei testi selezionati nel suddetto numero della Rivista.
Pubblicando su “I fiori del male” la poesia che ho riletto sul blog ho riconosciuto a Caronia la sua attenta presenza al correlato “simbolico”, grazie anche al lodo della tematica. “Oltre un nome ed un’ ombra senza peso” è un verso di eccezionale “opera d’arte” e Sabino è un autore capace di nascere e sopravvivere di fronte alla sicumera e paccottiglia che l’attornia. Sempre meglio Sabino.
Il commento di Antonio Coppola riconosce con rigore l’altezza dei versi di Sabino Caronia che con grandissimo piacere ho proposto nel presente blog dopo la pubblicazione sul n.61 della Rivista.