2014-03-15 11 26 37 (2)

 

Morte del Partigiano

 

Dorme nei suoi capelli, vegetali

fili che il sole e il vento scioglieranno

vivi all’alba: una buia sventagliata

di mitra lo sferzò tra capo e collo

come brusca manata di un amico:

così cadde supino, per voltarsi

a riconoscerlo e a scambiare il colpo.

Non sentì allontanarsi per la riva

i passi dei fucilatori, dopo

che gli diedero un calcio per saluto

gridandogli: “Carogna!”, e dentro il fiume

scaricarono l’arma e un più avanti

graffiarono rabbiosamente il ponte

di bombe a mano: troppo poco a fare,

anche se così complice od assente, 

che la notte straripi di terrore

per un sol sparo secco. Dorme, dorme

lungo disteso, stretto il gonfio collo

nella sciarpa di sangue larga e morbida

sempre più gelida; e il lungo cappotto

indurito di brina è il suo sepolcro.

E sono la sua sporca patria

i pidocchi da terra e le formiche.

 

Corrado Govoni

 

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