ritratto_di_ungaretti_sqlarge Nella notte tra il primo e il due giugno del 1970, moriva a Milano Giuseppe Ungaretti. E’ dolce per me ricordarlo oggi su questo sito (a quarant’anni esatti dalla scomparsa), dopo aver già parlato di lui in occasione della Giornata Mondiale della Poesia di marzo scorso. Ora, sarebbe quasi scontato riproporre qui i versi de LA MADRE, universalmente conosciuti e struggenti. No, io preferisco presentare, di Ungaretti -sempre estrapolata dal SENTIMENTO DEL TEMPO- una poesia del 1931, dal ritmo eccezionale; e che ben si accorda, a parer mio, col ritratto del poeta di Gino Bonichi sopra riprodotto:

DI LUGLIO

Quando su ci si butta lei,
Si fa d’un triste colore di rosa
Il bel fogliame.

Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
E’ furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
E’ l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.

In fondo, non proprio tutti gli anatemi dovremmo scagliare, contro la nostra impoverita epoca della sottocultura televisiva: giovandoci infatti dell’effetto-tempo, ecco che possiamo tornare sui valori assoluti della poesia ungarettiana non più condizionati dal pregiudizio ideologico imperante negli anni Settanta; quando, storicamente, era più difficile fare i conti con la compromissione del poeta col regime fascista (l’edizione spezzina del PORTO SEPOLTO del 1923 conteneva una “Presentazione” di Benito Mussolini).

6 commenti su “

  1. Angiolina Bosco

    Caro Andrea,
    ti ringrazio in modo particolare per aver ricordato Ungaretti nel suo anniversario: infatti è il mio poeta preferito. E per di più apprezzo che tu abbia scelto proprio questa poesia rispetto ad altre molto più note. Questo scritto sull’estate è veramente stupendo sia poeticamente che per il tema trattato. L’estate presentata “quale furia che s’ostina, è l’implacabile”, trova in queste espressioni tutto il significato che Ungaretti le ha voluto dare. E’ veramente uno scritto intenso, anche se breve, perchè ogni singola parola è ricca di senso e di libera interpretazione.
    Un abbraccio Angiolina

  2. Bianca 2007

    Selta interessante la tua.
    Il perenne dubbio dell’anima “poeta” che scava indivisibile dal suo essere incomprensibile persino a lui perchè alienato da ingombri passaggi che minano l’identità impedendole di diventare ragione che guida la coscienza in opposizione a un “sentito” che se spinge alla rivolta d’ogni forma di potere o d’ingiustizia immobilizza il gesto aggiudicandoci l’inetto vivere. Condannati ad un’altalena che porta a una felicità per quella “spinta” ad agire subito spazzata dalla disperazione che s’inabissa nel dolore per un’impotenza che, solo con “la morte si sconta vivendola” pur nelle sue mille contraddizioni. Preciso e puntuale. Bravo. Bianca 2007

  3. andreamariotti Autore articolo

    Il fatto è, Mirka, che la lirica ungarettiana presentata fa sentire il ritmo, a mio avviso: il ritmo che in poesia è tutto. Ad altri poeti pertengono diverse specificità; ma di Ungaretti non possiamo non dire -credo- che questo: folgorante! Un abbraccio. Andrea

  4. andreamariotti Autore articolo

    Cara Angiolina, mi fa piacere sapere ciò. Per quanto mi riguarda, a proposito del nostro Novecento, continuo a prediligere Montale, vale a dire l’autore asciutto e severo degli Ossi, delle Occasioni, e della Bufera. Ma è un fatto: l’istinto poetico di Ungaretti trabocca come lava di un vulcano, e, nelle sue prove più alte, è davvero la voce dell’anima, in senso non sentimentale.
    Ma non cadiamo in scolastiche dicotomie. Rimaniamo aperti alla Bellezza senza pregiudizi, pur nell’esercizio del pensiero critico. Un abbraccio. Andrea

  5. maria rizzi

    Mio caro Andrea, non conoscevo questa lirica di Ungaretti e, in effetti, sono rimasta molto colpita dall’intensità del ritmo. Un crescendo che sembra trovare il culmine, ma anche una sorta di pace nella magnifica, terribile chiusa…scusa l’ossimoro. Senz’altro in questi versi il poeta scaglia anatemi contro una natura che non gli fu amica e il dolore è palpabile in ogni verso. Le tue scelte esulano sempre da ogni forma di retorica. Grazie di cuore, amico mio e un grande abbraccio!

  6. andreamariotti Autore articolo

    Grazie, Maria. E’ stato bello pubblicare tale poesia ungarettiana dal ritmo direi indemoniato. Tornano alla mente le commosse parole di Carlo Bo in occasione della morte del poeta, da me ricordate a marzo, nella Giornata Mondiale della Poesia. Un abbraccio.
    Andrea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.