bruegel La PARABOLA DEI CIECHI di Pieter Bruegel il vecchio (Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte) credo si attagli efficacemente, come dipinto, alla vibrante e visionaria storia raccontata da José Saramago in CECITA’ (1995), uno dei suoi romanzi maggiori. La storia di un’epidemia in una città imprecisata; a causa della quale i cittadini, divenuti per l’appunto ciechi, abbracciano le forme di vita più umilianti e aberranti che si possano immaginare. “Saramago denuncia con intensità di immagini e durezza di accenti la notte dell’etica in cui siamo sprofondati”, viene ricordato nell’ultima di copertina dell’edizione Einaudi del libro. José Saramago, “figlio” di Kafka e Borges, soprattutto, è scomparso ieri, all’età di 87 anni. Ai quotidiani oggi il compito di approfondire il senso dell’opera di un grandissimo della letteratura mondiale (Nobel nel ’98); a me basta, qui, condividere con tutti i suoi lettori quel “felice turbamento” in me suscitato da un RIBELLE nel senso più nobile del termine, fino all’ultimo dei suoi giorni.

Andrea Mariotti

6 commenti su “

  1. Bianca 2007

    E Saramago “scelse” da sempre di guardare in faccia la realtà degli uomini nel nudo di volti ciechi non curandosi dell'”oltre”; vivendo al pieno il presente degno della virtù che con attenzione guarda, trattiene, diventa intelligenza che vivacizza il trattenuto rendendolo nuovo di esperita energia. Grazie per questo omaggio a uno dei nostri GRANDI che mancherà. Mirka

  2. andreamariotti Autore articolo

    Che davvero gli sia lieve la terra, a José!
    Andrea

  3. maria rizzi

    Eh sì, amico mio, siamo sprofondati ne ‘la notte dell’etica’ e Saramago, nel suo straordinario romanzo ricco di allegorie, è riuscito a evidenziare l’abbrutimento dell’uomo. Dell’uomo ammalato, privato della vista, costretto alla carestia. La notte dell’etica, attualmente coinvolge soprattutto coloro che hanno buona vista e abbondanza di beni materiali.
    Il quadro è un vero omaggio all’opera dello scrittore scomparso. La luce, o per meglio dire, l’assenza di luce, che lo caratterizza, trafigge l’anima più delle immagini.
    Grazie per queste scelte raffinate e sapienti. E un abbraccio!

  4. andreamariotti Autore articolo

    Proprio CECITA’, cara Maria, rappresenta per me il meglio del meglio del grande José: per la trasparenza dell’apologo, “la gravità senza peso” della narrazione ( cito qui alla lettera il Calvino delle LEZIONI AMERICANE, a proposito dell valore letterario della leggerezza). Cos’altro aggiungere? un piccolo lampo della mia memoria figurativa quale tributo allo scrittore scomparso, che ci ha lasciati più poveri. Un abbraccio.
    Andrea

  5. Angiolina Bosco

    Caro Andrea, mi fa piacere condividere insieme a te quel “felice turbamento” generato dalla scrittura di Saramago, un vero incisivo autore che sa scendere nei meandri più riposti dell’essere umano.
    Notevole anche la scelta del quadro di Bruegel il Vecchio, che allegoricamente ed esplicitamente sa rendere il livello privo di dignità nel quale l’uomo, qualsiasi uomo potrebbe cadere, con grande disperazione!!! La disperazione appunto narrata da Saramago.
    Un abbraccio e grazie per le emozioni che riesci a farci vivere.
    Angiolina

  6. andreamariotti Autore articolo

    Davvero Angiolina quando scompaiono scrittori di tale calibro, diventa “fisica” la percezione di un mondo più povero di idee e sovraccarico di conformismo. Un caro saluto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.