Note letterarie

 

Di fronte ad un’armonia di note in cui la parola è scelta per le sue qualità musicali più che per le sue qualità figurative (si pensi alla lirica di G. D’Annunzio “La pioggia nel pineto”), non si può non riconoscere pienamente realizzata nella poesia dannunziana l’equazione poesia-musica: quasi una partitura musicale della poesia in cui si fondono impressioni naturalistiche, immaginazione, sensazioni.”…E il pino/ha un suono, e il mirto/altro suono, e il ginepro/altro ancora, stromenti/diversi/sotto innumerevoli dita…” E più avanti:”…Solo una nota/ ancor trema, si spegne,/risorge, trema, si spegne.” E ancora: “…Non s’ode voce del mare./Or s’ode su tutta la fronda/crosciare/ l’argentea pioggia/che monda,/il croscio che varia/secondo la fronda/più folta, men folta…” Le immagini uditive, visive sfumano e si perdono in quelle sonore. Il poeta ascolta la voce della pioggia e la riproduce con varietà di suoni; le parole e il ritmo dei versi si dissolvono in note di canto. La musicalità è ben altro dunque che un dato accessorio: è  il filo conduttore del discorso poetico dove tutto si esprime secondo un ritmo che si avvicina -come è stato detto da alcuni studiosi del D’Annunzio- alla “melodia infinita” della musica wagneriana.

 

Fiorella D’Ambrosio

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.