TANTO E’ POSSIBILE CHE L’UOMO VIVA STACCATO AFFATTO DALLA NATURA, DALLA QUALE SEMPRE PIU’ CI ANDIAMO ALLONTANANDO, QUANTO CHE UN ALBERO TAGLIATO DALLA RADICE FIORISCA E FRUTTIFICHI. SOGNI E VISIONI. A RIPARLARCI DI QUI A CENT’ANNI. NON ABBIAMO ANCORA ESEMPIO NELLE PASSATE ETA’, DEI PROGRESSI DI UN INCIVILIMENTO SMISURATO, E DI UNO SNATURAMENTO SENZA LIMITI. MA SE NON TORNEREMO INDIETRO, I NOSTRI DISCENDENTI LASCERANNO QUESTO ESEMPIO AI LORO POSTERI, SE AVRANNO POSTERI.

 

GIACOMO LEOPARDI, ZIBALDONE, 216-7 (18-20 agosto 1820)

 

(p.s. nota da riportare doverosamente in maiuscolo e da meditare…a/m)

 

 

 

2 commenti su “

  1. monica martinelli

    Parole sacrosante, premonitrici e attuali al tempo stesso.. grande Leopardi! Grazie Andrea per avere ricordato questo brano dello Zibaldone

  2. andreamariotti Autore articolo

    E dunque a ventidue anni, nel “carcere” di Recanati (ben prima del viaggio romano) Giacomo scriveva una nota come questa, di lancinante preveggenza…come hai sottolineato, Monica. Un caro saluto

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