Piazza Ceresi 23, quartiere romano di Monteverde. Nella foto, ecco il palazzo dove ho trascorso gli anni che vanno dal 1969 al 1980. Dalla piazza, scendendo per circa 200 metri, lungo via Pio Foà, si sfiora un numero civico apparentemente come tutti gli altri. Eppure! alludo al palazzo dove, il 22 gennaio del 1990, ha chiuso gli occhi nell’indifferenza quasi generale un grandissimo poeta del nostro Novecento: il livornese Giorgio Caproni. Storico abitante del quartiere di Monteverde, maestro elementare e violinista, ottimo traduttore dal francese ma schivo fino all’eccesso, Caproni rimane forse la voce più tagliente e antiretorica della poesia italiana del secolo scorso. Legato da profonda amicizia a Pier Paolo Pasolini (oltre che ad Attilio Bertolucci, Carlo Emilio Gadda), Caproni è stato una delle colonne portanti di quella decisiva migrazione di artisti e intellettuali a Roma nel secondo dopoguerra (pensiamo anche a Fellini, Flaiano, solo per fare qualche nome). Ai frequentatori di questo blog il piacere di scoprire, nel caso, uno scrittore unico per essenzialità del dettato poetico (ma non per questo poco elegante; anzi!): maestro del dubbio, dell’arte dello spiazzamento, come ben dimostra questa sua breve, famosa lirica:

BIGLIETTO LASCIATO PRIMA DI NON ANDAR VIA

Se non dovessi tornare,
sappiate che non sono mai
partito.

Il mio viaggiare
è stato tutto un restare
qua, dove non fui mai.

Quanto mai doveroso mi è sembrato in sostanza ricordare, prima che fosse troppo tardi, il ventennale della scomparsa di un poeta unico davvero per pudore, riservatezza, ironico distacco dalla pomposità di uomini e cose ( fanno fede, al riguardo, i seguenti versi da lui dedicati allo scomparso amico Pasolini, dopo essersi rifiutato di commentare pubblicamente l’atroce scomparsa dello scrittore e regista):

Caro Pier Paolo
il bene che ci volevamo
-lo sai- era puro.
E puro è il mio dolore.
Non voglio pubblicizzarlo.
Non voglio, per farmi bello,
fregiarmi della tua morte
come di un fiore all’occhiello.

N.B. Le due poesie di Giorgio Caproni qui riportate sono state tratte dalle seguenti pubblicazioni del Comune di Roma (Municipio XVI): GIORGIO CAPRONI A MONTEVERDE; PIER PAOLO PASOLINI A MONTEVERDE.

2 commenti su “

  1. maria rizzi

    Amico caro,
    attento agli autori più o meno noti, a prescindere dal valore, ti ringrazio infinitamente per questo doppio dono.
    Caproni lo conoscevo molto poco, prendere atto della sua arte essenziale e al tempo stesso ricchissima, mi ha colpito non poco.
    Il ‘Biglietto’ è di un’intensità unica, un susseguirsi di concetti opposti e complementari, asciutti e sanguigni.
    E anche la breve lettera a Pier Paolo è un lascito di spessore molto alto e di rara generosità. Il dolore è vissuto come lutto autentico, come perdita privata, non come ‘fiore all’occhiello’ , come sempre accade…
    Oltretutto il tributo al grande Pasolini si inserisce nel contesto del tuo recupero della monumentale figura dell’artista come poeta ed è un frammento di luce incastonato nel mosaico del momento artistico che vivi e ci permetti di vivere.
    Grazie infinite e un abbraccio.

  2. andreamariotti Autore articolo

    Grazie, cara amica, non potevo davvero dimenticare Giorgio Caproni nel ventennale della sua scomparsa…tardivamente, e per questo ancora a disagio, ho cercato di porre rimedio al mio silenzio. Un abbraccio.
    Andrea

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