LA NOTTE STELLATA DI RAVENNA

Su Ravenna, di ritorno a casa. Non potevo non offrire questa mia foto della “notte stellata”, nella cupola semisferica del Mausoleo di Galla Placidia. Fra tutte le bellezze insigni della città, tale “notte” risulta infatti di livello eccelso. Non è un caso che essa abbia suggestionato al massimo grado in ogni età musicisti, scienziati, pittori e letterati. A partire, più che verosimilmente, dal Sommo Poeta, che proprio in Ravenna ebbe a vergare le terzine del PARADISO nella parte conclusiva della sua vita. Ma, più vicini a noi nel tempo, Henry James, Gabriele D’ Annunzio nonché Carl Gustav Jung, che si riconosceva profondamente turbato dal fascino onirico di questa volta (ricca per lui di archetipi musivi). In ogni caso il commento più bello per me rimane quello di Giuseppe Ungaretti, vacillante sotto il suo “azzurro intenso fino alla disperazione”. Che dire? il fascino immenso dei monumenti ravennati proprio in questo consiste, e in Galla Placidia elevato alla massima potenza: un sobrio e circoscritto spazio esterno a laterizi e, all’interno, la raffigurazione musiva di una volta notturna così dilatata, metafisica (nel senso strettamente aristotelico del termine). E mi piace aggiungere che, in fondo, col linguaggio di Erich Fromm, tali ” interni” ravennati esprimono tutta la bellezza dell’ Essere contrapposto all’ Apparire, modalità quest’ultima di cui la nostra età ha ben fatto abuso. Ammirando ancora una volta la vera, grande bellezza dei monumenti di Ravenna in un momento così difficile per tutti, mi è capitato in conclusione di rivivere un tempo lento, miracolosamente ottenuto in dono…effigie, quasi, dell’animo umano nella sua umanistica nobiltà: di fuori sobrio, internamente ricco di tesori che si dischiudono senza fretta, a saperli attendere.
Andrea Mariotti

 

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