Di Guido Morselli avevo letto indietro nel tempo il romanzo “Roma senza Papa”, rimanendo parecchio colpito da tale lettura. E comunque, per un rapporto oserei dire quasi alchemico con i libri, devo riconoscere che “Dissipatio H.G.” rimarrà memorabile, per me: nei termini cioè, più che mai, del volume giusto al momento giusto. Un momento in cui, per capirci, sui social, l’intelligenza artificiale (ebbene sì!) scherzando scherzando, rende l’idea del mortale gioco fatto da grotteschi pupazzi che si restituiscono colpo su colpo, in barba al pianeta di cui si sentono padroni. Ma, tornando subito al romanzo in questione, esso venne scritto nel 1973, l’anno in cui Morselli morì suicida, disperato per non avere ottenuto l’attenzione editoriale che sentiva di meritare, e bastino per tutti nomi come quelli di Italo Calvino e Vittorio Sereni. Dopo la sua morte, la sensazionale scoperta di un autore notevolissimo, campione esemplare di successo, putroppo, “post mortem”. Do a questo punto la parola direttamente a Giorgio Manganelli, così come si legge nell’ultima di copertina: ”Con uno di quei suoi straordinari salti fantastici che hanno un gelo mentale matematico, Morselli ha rovesciato i termini di una corrispondenza cosmica. Il suicida è vivo, i vivi sono, non già MORTI, ma la MORTE…forse mai era giunto ad una così calma gestione del suo astratto e lucido gioco intellettuale. Un gioco mortale e tuttavia capace una intima grazia, oserei dire letizia”. A chi ha letto o piacerà leggere “Dissipatio” non potrà infatti sfuggire, credo, il vero miracolo di un diario filosofico colto e personale, sul crinale fra la vita e la morte, ricchissimo di citazioni sovente capovolte in modo geniale e, nonostante tutto, narrativamente risolto in termini di alta e profetica qualità letteraria (a seguire in maiuscolo i corsivi di Morselli): ”… Gli uomini hanno scatenato, in trenta secoli, circa 5000 guerre. Hanno avuto il TORTO (la trovata risale a Albert Camus) se non di cominciare la Storia; di PROSEGUIRLA: Io non li condanno. La loro colpa peggiore, o più recente, era L’Imbruttimento del mondo. Si usava aggiungere altre imputazioni: L’inquinamento, l’Inferocimento (anzi, con eufemismo, la VIOLENZA). L’Inflazione. (Senza eufemismo: la peste monetaria)”.
Andrea Mariotti