Osservava Dino Buzzati nel suo piccolo “zibaldone” di riflessioni sparse e spunti lirici intitolato “In quel preciso momento” -se non ricordo male- che basta una sola poesia che ci abbia colpiti in un libro, a farci ricordare questo stesso libro nella sua interezza. A me è capitato questo pomeriggio, trovando il tempo giusto per assaporare la raccolta “Scrigno” di Rosaria Di Donato (prima ed. marzo 2025, proprietà letteraria dell’autrice); raccolta ricca a dire il vero di non poche e variegate poesie apprezzabili ma con una di esse, per l’appunto, capace di scuotermi vivamente. Sto parlando dei versi di “preghiera a san michele”, laddove la quart’ultima strofe della poesia si è ritmicamente impennata ai miei occhi: “o san michele che proteggi dai demonii/ a te m’inchino e prego m’aiuti/ contro la malasorte l’infermità l’invidia/ che il serpe antico sparge senza tregua/ ferocemente barbaramente intorno”. Significativamente, credo, nel libro tale poesia è preceduta da una bella foto giovanile della poetessa nel costume tradizionale abruzzese, per dirla lunga sulla radicalità del pastore cui dà voce Rosaria Di Donato, con sapienza “originale” nonché metaforica circa l’umana condizione. Dicevo sopra della varietà di accenti di “Scrigno”, con pertinente prefazione di Lucianna Argentino e postfazione di Marzia Alunni; giacché nella silloge si trovano testi in vernacolo romanesco come pure in lingua spagnola. Ma sono altre due poesie in lingua italiana ad avermi in effetti colpito, oltre alla succitata “preghiera”. Intanto “rosso e nero”, di forte suggestione erotica, con gli amanti “sfavillanti di miele”; a ribaltare, a questo ho pensato, gli stupendi versi finali di Saffo in “Tramontata è la luna” (così come li leggiamo nella indimenticabile traduzione dei “Lirici greci” di Salvatore Quasimodo). E, dopo “rosso e nero”, per concludere da parte mia, ecco un’alata “miniatura” della poetessa: “fiori nel vento/ si dissolvono giorni/senza un perché”: quinario, settenario inarcato e ancora quinario tronco in chiusa, in breve. Come dire le risorse della poesia a scandire il ritmo dei giorni, in un libro che, per scelta efficace dell’autrice, propone i titoli delle composizioni in minuscolo e le stesse prive di punteggiatura.
Andrea Mariotti